Si attende in questi giorni la decisione di Priti Patel, Ministra degli Interni inglese, in merito all’estradizione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange.
Se Patel approvasse l’ordine, il giornalista rischia fino a 175 anni di carcere negli Stati Uniti.
La possibile estradizione di Julian Assange, giornalista e attivista australiano, fondatore di WikiLeaks, preoccupa i giornalisti di tutto il mondo.
Sono numerose le autorità intervenute in merito.
Tra queste l’OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
“Chiedo alla Ministra degli Interni britannica Priti Patel di non estradare Julian Assange. L’interesse pubblico di molte delle pubblicazioni di WikiLeaks dovrebbe essere preso in considerazione, in quanto ha contribuito a importanti rapporti investigativi e notizie”.
“È essenziale considerare l’impatto sulla libertà di espressione e sulla libertà dei media se venisse estradato e condannato”.
“Il fatto che qualcuno che ha divulgato materiale di interesse pubblico possa affrontare una lunga pena detentiva potrebbe avere un grave e duraturo impatto soffocante sul giornalismo investigativo”.
Inoltre, l’organizzazione (di cui fa parte anche il Regno Unito), ha ricordato a tutti gli Stati membri che la libertà di espressione e l’accesso alle informazioni sono valori fondanti della democrazia e dei diritti umani.
“L’accesso a informazioni di pubblico interesse, permette alle persone di fare scelte ben informate; e assicura trasparenza e responsabilità del governo”.
UK ammette ammette di aver spiato gli avvocati di Assange
Nonostante l’imminente pericolo, il team di Assange ha ottenuto una significativa vittoria che potrebbe dare una svolta al processo.
Jennifer Robinson, avvocatessa australiana parte del team legale, ha infatti ottenuto un accordo con il governo inglese, che ha ammesso di aver violato i suoi diritti attraverso spionaggio e sorveglianza.
“Il governo del Regno Unito ha ammesso che i suoi accordi di sorveglianza e condivisione delle informazioni con gli Stati Uniti hanno violato i miei diritti”.
“Questo segue a uno spionaggio illegale su Julian Assange e il suo team legale, sollevando gravi preoccupazioni sull’interferenza del governo.
Solleva anche seri interrogativi su quali informazioni il Regno Unito abbiano condiviso con gli Stati Uniti”.
Proprio su questo tema si è espresso un giudice spagnolo, il quale sostiene che il materiale reperito illegalmente potrebbe essere stato inviato ai servizi segreti statunitensi.
Santiago Pedraz, giudice dell’Alta Corte spagnola, ha infatti dichiarato che le conversazioni private tra Assange e i suoi avvocati sono state registrate illecitamente dalla compagnia spagnola UC Global all’interno dell’ambasciata ecuadoriana.
Secondo Pedraz, inoltre, è altamente probabile che queste informazioni siano state condivise con la CIA o con le autorità statunitensi, con l’obiettivo di scoprire la sua strategia legale di difesa.
Se questi fatti venissero provati, significherebbe che gli USA avrebbero utilizzato metodi illegali per vincere il processo, e l’estradizione potrebbe persino essere annullata.
Il giudice spagnolo ha quindi richiesto di poter interrogare gli avvocati che furono spiati all’interno dell’ambasciata, ma le autorità britanniche ostacolano l’investigazione.
Mike Pompeo convocato in tribunale spagnolo: “Complottò per assassinare Assange”
Sempre dalla Spagna arriva la convocazione in tribunale per Mike Pompeo, al tempo dei fatti Segretario di Stato sotto l’amministrazione Trump e capo della CIA.
Le accuse di complotto furono rese pubbliche per la prima volta a settembre 2021, in un articolo di Yahoo News.
Secondo diverse fonti interne, Mike Pompeo era furioso per alcune rivelazioni di Wikileaks riguardanti i metodi di sorveglianza e hackeraggio della CIA.
Sarebbe quindi iniziata una discussione agli alti livelli dell’amministrazione Trump, in cui sarebbero stati richiesti piani e schizzi per rapire o avvelenare Assange.
Il giudice Santiago Pedraz ha quindi convocato in tribunale l’ex capo della CIA e l’ufficiale di controspionaggio William Evanina.
I due sono chiamati a testimoniare in merito alle accuse di complotto, ma anche ai legami con la UC Global, accusata di aver spiato gli avvocati del fondatore di Wikileaks.
Pochi giorni dopo l’articolo di Yahoo News, Pompeo aveva commentato con queste parole:
“Non ho molto da dire in merito, se non che le fonti che hanno parlato con i giornalisti di Yahoo dovrebbero essere perseguitate. Hanno parlato di attività classificate all’interno della CIA”.
“Quando i cattivi rubano quei segreti, abbiamo la responsabilità di inseguirli, per impedire che ciò accada. Abbiamo assolutamente la responsabilità di rispondere”.
In merito alla richiesta del giudice spagnolo, Pompeo non si è ancora espresso e non ha confermato la sua presenza in tribunale.
Stella Assange: “Ho paura che mio marito venga sepolto per sempre nell’angolo più scuro e profondo degli USA”
L’estradizione di Julian Assange non rappresenta solo una minaccia per la libertà di stampa, ma anche la distruzione di una famiglia che lotta senza sosta da oltre 10 anni.
Stella, moglie di Assange e madre dei loro due bambini, teme che la vita di suo marito sia appesa a un filo.
“Quando siamo insieme, è impossibile allontanare la sensazione che lui si trovi nel braccio della morte. Se dovesse essere estradato, le condizioni di prigionia sarebbero così severe che non sopravvivrebbe”.
“Le visite settimanali in carcere sono gli unici momenti che passiamo insieme. Ma quanto tempo abbiamo ancora? Pochi mesi? Settimane? Giorni, e poi solo qualche ora? Ho paura che alla fine ci ritroveremo a contare i minuti che ci restano”.
A rendere l’atmosfera meno pesante ci sono i due bambini più piccoli: Gabriel, 5 anni, e Max, 3.
“La situazione è difficile, ma io e Julian sappiamo che questi potrebbero essere gli unici ricordi che i bambini avranno con il loro papà. Perciò cerchiamo di rendere le visite più gioiose possibili”.
Qualche storia da leggere ai bambini, lezioni su come sbucciare le arance e aprire i pacchetti di patatine, qualche bacio tra marito e moglie quando le guardie non se ne accorgono.
“Julian ha trovato un nido di gazze in mezzo al filo spinato nel cortile. Penso che la nostra famiglia sia come loro.
Un nido in mezzo al filo spinato”.
Giulia Calvani