Un ritratto commovente e intimo della lotta di un padre per salvare suo figlio, Ithaka espone la brutale realtà in cui si imbatte chiunque partecipi alla campagna per liberare Julian Assange.
Ithaka è un docufilm sulla battaglia della famiglia di Julian Assange, e in particolare del padre, John Shipton, e della moglie, Stella Moris, per riportarlo a casa.
Scritto e diretto da Ben Lawrence, è prodotto dal fratello di Julian, Gabriel Shipton, e dal fratello di Stella, Adrian Devant, per la rete ABC.
Questa è la sinossi ufficiale:
“Il prigioniero politico più famoso del mondo, il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, è diventato l’emblema di un braccio di ferro internazionale sulla libertà di giornalismo, sulla corruzione dei governi e sui crimini di guerra impuniti.
Ora che Julian rischia una condanna a 175 anni se estradato negli Stati Uniti, i suoi familiari devono affrontare la prospettiva di perdere Julian per sempre nell’abisso del sistema giudiziario statunitense. Questa lotta tra Davide e Golia è personale e, con la salute di Julian in declino in un carcere britannico di massima sicurezza, il tempo stringe.
Ora tocca al padre di Julian, John Shipton, e alla fidanzata [oggi moglie, N.d.R] Stella Moris unire le forze per difendere Julian in questa odissea internazionale. Mentre radunano una rete mondiale di sostenitori e politici, entrano con cautela nel mirino dei media e sono costretti a confrontarsi con gli eventi che hanno reso Julian un punto di infiammazione globale”.
Un ritratto intimo e familiare
Da oltre 10 anni, il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, ha perso la libertà.
Dopo 7 anni di asilo politico nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, da quasi 4 anni si trova nel carcere britannico di massima sicurezza di Belmarsh.
Una detenzione arbitraria, segnata da abusi del sistema giudiziario e torture psicologiche, che rischia di terminare con l’estradizione negli USA e la condanna a scontare 175 anni nel carcere più duro degli Stati Uniti.
Ithaka mostra la difficile e intensa battaglia vissuta quotidianamente dalla famiglia di Assange, nel tentativo di ottenere giustizia e riportarlo, finalmente, a casa.
Stella Moris, oggi moglie di Assange, si trova a gestire il suo ruolo di avvocato del marito e quello di madre di Gabriel, 5 anni, e Max, 3 anni, nati durante l’asilo politico.
I bambini non hanno mai visto il padre in libertà, ed è quindi importante per Stella che mantengano un rapporto solido con lui attraverso telefonate e videochiamate.
Telefonate dove Gabriel e Max cantano Twinkle Twinkle Little Star, dove mamma e papà parlano di quali storie per l’infanzia raccontargli, dove si cerca di mantenere una parvenza di normalità familiare.
Ma anche telefonate dove Stella si trova davanti alla fragile salute mentale e alla profonda sofferenza di Assange, come conseguenza delle continue torture psicologiche.
Nel frattempo, insieme a John Shipton, viaggia per il mondo raccogliendo alleati e supporters che possano contribuire alla battaglia.
Attraverso lunghi viaggi tra Londra e gli USA, Stella e John si trovano a confronto con un sistema giudiziario che, negli anni, si è dimostrato anomalo e scorretto.
Ma un ruolo importante è anche quello ricoperto dai media.
Media che, come spiega nel film il Rapporteur ONU per la tortura, Nils Melzer, hanno contribuito a costruire un’immagine controversa e negativa di Assange.
Così facendo, hanno spostato il focus dal vero punto della vicenda, ossia i crimini denunciati da WikiLeaks, verso il personaggio di Assange, sottraendogli il supporto dell’opinione pubblica.
Per questo motivo, John è spesso critico nei confronti dei giornalisti che intervistano lui e Stella, evitando di rispondere alle domande più personali per proteggere la privacy del figlio.
Come spiega Gabriel, girare questo film così intimo e familiare è stato difficile per la famiglia.
“Non è stato facile essere seguiti da una troupe cinematografica in questo momento, ma sto facendo tutto il possibile per tirarlo fuori. È attraverso questo ritratto intimo di noi, come membri della sua famiglia, che possiamo darvi un’idea di chi è Julian”.
La missione finale di Ithaka è quella di riportare l’attenzione del pubblico sulla vicenda di Julian Assange, e suscitare un dibattito costruttivo.
“Non si tratta solo di Julian. Si tratta del precedente che questa persecuzione contro di lui stabilisce. Cosa significa per la condizione della nostra stampa e della nostra democrazia, il rischio di una condanna a 175 anni di prigionia se la causa è aver reso pubblici segreti di Stato dei quali tutti noi avremmo avuto il diritto di essere a conoscenza?”
Premi e riconoscimenti
Da quando è uscito per la prima volta il 21 aprile a Sidney, Ithaka ha fatto il giro del mondo raccogliendo premi e riconoscimenti.
In particolare:
- Miglior documentario per il Capricorn Film Festival 2022
- Vincitore del Soho London Independent Film Festival 2022
- Vincitore del Docedge Film Festival 2022
- Selezionato dal Sidney Film Festival 2021
- Selezionato dal DOC NYC 2022
- Selezionato dallo Sheffield DocFest 2022
- Partecipante allo Human Rights Film Festival 2022 di Berlino
Nuovi screening in diversi Paesi del mondo vengono annunciati periodicamente sul sito ufficiale di Ithaka.