PardonAssange

Julian Assange come Galileo Galilei….


Correva l’anno 1633 e Galileo Galilei non era un giornalista scomodo ma uno scienziato.

Vi sembra esagerato il paragone?
Il rilascio di un simile documento, l’abiura, è, in genere, richiesto, sollecitato, estorto o proprio imposto a fini politici o di propaganda secondo Wikipedia.

Invero le accuse di cui Julian Assange si è dovuto dichiarare colpevole, cospirazione e diffusione di materiale secretato, sono tutti atti previsti da chi del giornalismo serio ne ha fatto il suo mestiere.

Il giornalista australiano è dunque un opportunista? Assolutamente no, se per qualcuno cinque anni di detenzione in un carcere di massima sicurezza e sette anni di permanenza forzata in un’ambasciata a Londra sono poca cosa significa che non ha ben presente quanto sia preziosa la libertà.

Tra le condizioni imposte dal patteggiamento c’è la completa rinuncia al ricorso.


Julian Assange è dunque libero ma il giornalismo è stato condannato.

Senza un eccezionale attivismo internazionale avremmo perso un giornalista coraggioso ma la nostra battaglia non è finita: Assange deve essere graziato.


Non perché padre di famiglia, marito, figlio, fratello o amico ma perché è un giornalista che ha pagato duramente per le sue importanti pubblicazioni, e noi non possiamo permettere che il giornalismo paghi per aver alzato la testa e per aver avuto il coraggio di raccontare i crimini di guerra perpetrati dagli Stati Uniti e dai suoi alleati in Iraq e Afghanistan.

Julian Assange è stato incriminato ai sensi dell’Espionage Act, la legge draconiana del 1917 che non contempla la libertà di stampa, che è stata scritta quando la prima guerra mondiale era in corso, che ha più di 100 anni e che deve essere adeguata perché obsoleta e pericolosa: qualunque giornalista internazionale può essere incriminato per le sue pubblicazioni.

Julian Assange è intervenuto all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE), tenutasi a Strasburgo il primo ottobre 2024, ricordiamo quali sono state le sue prime dichiarazioni da uomo libero:

“Signor Presidente, illustri delegati, se l’Europa vuole avere un futuro in cui la libertà di parlare e la libertà di pubblicare la verità non siano privilegi di pochi ma diritti garantiti a tutti, allora deve agire in modo che ciò che è accaduto nel mio caso non accada mai a nessun altro.
[…]
La libertà di espressione e tutto ciò che ne deriva si trova a un bivio oscuro.
Temo che se le istituzioni che stabiliscono le norme, come PACE, non si rendono conto della gravità della situazione, sarà troppo tardi.”
“Impegniamoci tutti a fare la nostra parte per garantire che la luce della libertà non si spenga mai, che la ricerca della verità continui a vivere, e che le voci dei molti non siano messe a tacere dagli interessi di pochi”.

Una testimonianza che ha spinto la quasi totalità dei parlamentari a riconoscere Assange come prigioniero politico.

Ora tocca a noi!


Difendiamo il giornalismo!


Chiediamo la grazia per Julian Assange!


Puoi firmare la petizione al presidente Biden al link:

https://www.action.assangecampaign.org/


E continuare a seguirci nelle nostre iniziative!

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