“Ciao, conosci l’editore e giornalista Julian Assange, in carcere per aver fatto il suo lavoro?“
Con questa domanda abbiamo avvicinato le persone in attesa di entrare in sala per la trasmissione Propaganda live, nella serata conclusiva del festival internazionale del giornalismo 2023 a Perugia.
Il riscontro è stato buono, perché il nome di Assange sembrava essere noto ai più, mentre la sua attuale situazione meno: questo è il motivo per cui abbiamo distribuito questo opuscolo di approfondimento (qui la versione inglese).
Il Festival internazionale del giornalismo di Perugia
Lo scorso anno, la manifestazione aveva ospitato un incontro con la giornalista investigativa Stefania Maurizi, autrice del documentato volume “Il potere segreto”, incontro a cui aveva contribuito da remoto anche l’avvocata Stella Moris in Assange:
“Assange e Wikileaks: processo alla libertà di informazione“.
Quest’anno, invece, il festival aveva nel suo programma incontri con titoli come “Investigare i crimini di guerra“, “Uscire o non uscire allo scoperto? Il dilemma del whistleblower” o “Le intimidazioni legali che minacciano la libertà dei media“, ma nessuno che fosse esplicitamente dedicato a ricordare l’ingiusta detenzione che Julian subisce dall’11 Aprile 2019: incarcerato a Londra senza processo, in isolamento e in attesa di essere estradato negli Usa se questi non ritireranno le accuse contro di lui.
Abbiamo denunciato questa clamorosa assenza su diversi media, fra cui il manifesto:
“Julian Assange, il convitato di pietra al Festival di Giornalismo di Perugia“.
Abbiamo realizzato un breve video in cui il giornalista Patrick Boylan (Pressenza, Peacelink, manifesto) spiega perché l’eventuale estradizione di Julian Assange creerebbe un pericolosissimo precedente per tutti i giornalisti, compresi quelli italiani:
Il libro di Nils Melzer “Il processo a Julian Assange. Storia di una persecuzione”.
La grave situazione di Julian in carcere è stata definita come paragonabile a quella di una vera e propria tortura psicologica da Nils Melzer, inviato speciale delle Nazioni Unite:
“Nils Melzer aveva denunciato pubblicamente come Assange mostrasse “i segni tipici dell’esposizione prolungata alla tortura psicologica”. Ora, però, in uno scambio diplomatico appena reso pubblico, Melzer accusa Inghilterra, Svezia, Ecuador e Stati Uniti delle gravi condizioni di Assange e denuncia il rischio che l’estradizione negli Usa lo esponga a una pena severissima e a gravi maltrattamenti” (articolo completo su Repubblica).
Nel frattempo, la salute del co-fondatore di WikiLeaks è ulteriormente peggiorata!
Non a caso Amnesty International ha attivato un appello dal titolo “ANNULLARE LE ACCUSE CONTRO JULIAN ASSANGE – Aiutaci a proteggere il diritto alla libertà di espressione”, che vi chiediamo di sostenere e diffondere.
Ecco il volantino bilingue che abbiamo distribuito in città, per ricordare a giornalisti e pubblico del festival la recente uscita della traduzione in Italiano del prezioso volume di Melzer “The Trial of Julian Assange: A Story of Persecution”.