Il giorno X si avvicina: l’intervento di Papa Francesco

Il 6 giugno 2023, il giudice dell’Alta Corte del Regno Unito, Jonathan Swift, ha respinto la domanda di ricorso degli avvocati di Assange contro il mandato di estradizione emesso nel giugno 2022 da Priti Patel, allora Ministra degli Interni.
Il 13 giugno, gli avvocati hanno presentato una nuova domanda di appello alla Corte Suprema. Si tratta, però, dell’ultimo ricorso possibile secondo il sistema giuridico del Regno Unito. Se dovesse essere accolto, il caso verrà portato dinanzi a due nuovi giudici dell’Alta Corte. Ma se anche quest’ultimo appello dovesse essere rigettato, Assange potrebbe essere estradato negli USA entro poche settimane.
Gli avvocati potrebbero allora tentare di rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (ECHR), ma il tempo potrebbe non essere sufficiente.

Mentre giornalisti, attivisti e supporters da tutto il mondo attendono la decisione della Corte Suprema, Stella Assange prosegue nella ricerca del supporto delle grandi istituzioni mondiali, tra cui Papa Francesco.

Stella Assange e l’udienza con il Papa: “è preoccupato per le sofferenze di Julian”

Lo scorso 30 giugno, il Papa ha accolto in un’udienza privata Stella con i due figli, Gabriel e Max, il fratello Adrian e la madre Teresa.
Un’udienza nella quale Stella ha raccontato al Pontefice della difficile situazione in cui si trova suo marito Julian Assange, rinchiuso da ormai quattro anni nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito.
Per la famiglia, è stato un momento di grandissima emozione.

L’udienza con il Papa è stata un momento di umanità e compassione a livello umano e in contrasto con gran parte della lotta quotidiana in cui ci troviamo di fronte”

Durante l’udienza, che si è tenuta in spagnolo, Stella ha omaggiato Papa Francesco con due fotografie raffiguranti il suo matrimonio con Julian a Belmarsh; foto di cui, inspiegabilmente, la prigione ha vietato la pubblicazione e la condivisione con chiunque altro.
Infine, il Papa ha espresso la sua preoccupazione per la sofferenza di Assange.
Già due anni fa, durante il difficile periodo di isolamento dovuto alla pandemia di Covid, il Pontefice aveva espresso il suo supporto al giornalista inviandogli una lettera in carcere.

“Il Papa ha inviato un messaggio nel marzo 2021 a Julian tramite il cappellano cattolico del carcere. L’arrivo della lettera è stato un evento importante, che ha anche coinciso con alcuni giorni molto difficili. Ed è stato molto significativo per Julian.
Ha trovato molto conforto dalla cura pastorale del cappellano cattolico di Belmarsh, che ha anche benedetto il nostro matrimonio. Fu questo stesso cappellano a leggere verbalmente il messaggio del Papa attraverso la porta della prigione”
.

Prima del suo arresto, Assange avrebbe persino discusso varie volte con il padre, John Shipton, la possibilità di percorrere il Cammino di Santiago. E ora, pur trovandosi rinchiuso in una cella di due metri per tre, avrebbe trovato un modo alternativo di compiere il pellegrinaggio

“Julian cammina su e giù per la sua cella per ore e ore, ed è più facile farlo se hai uno scopo. Ha libri sul pellegrinaggio e ha scritto le distanze sul suo muro tra le tappe del Cammino. Ha consumato due paia di scarpe da ginnastica seguendo questi ritmi!”

Il gesto del Pontefice di ricevere Stella Assange, come spiega in un tweet la giornalista Stefania Maurizi, è significativo anche nei confronti dei Presidenti di altri Stati che, al contrario, non si sono mai espressi in merito alla vicenda.

“A ricevere Stella non è stata una delle grandi democrazie occidentali, che glorificano libertà di stampa e diritti umani e poi li calpestano.
A riceverla è stato Papa Francesco che, dall’Ucraina ad Assange, dimostra il suo coraggio politico e umano”.

Il giorno X è vicino?

Dopo la decisione dell’Alta Corte del Regno Unito di respingere la richiesta di appello dei legali di Assange, tra supporters, attivisti e giornalisti di tutto il mondo è scattato l’allarme per l’avvicinarsi del “giorno X“, ossia il giorno in cui potrebbe avvenire l’ultima udienza nel Regno Unito.
Se questa dovesse concludersi con il rigetto dell’appello, l’estradizione (giorno Y) potrebbe essere questione di giorni, o persino di ore.

In una conferenza tenutasi il 10 luglio al Press Club di Ginevra, Stella Assange ha evidenziato l’urgenza di liberare il marito, il quale potrebbe essere estradato negli Stati Uniti già alla fine di questa estate.

“Il Regno Unito sta dando segnali di accelerazione, e vuole che Julian sia estradato. Quindi potrebbe benissimo essere estradato entro la fine dell’estate”.

Dall’altro lato, però, questa potrebbe essere una mossa poco favorevole per l’amministrazione Biden, che si avvicina al periodo elettorale.

“L’amministrazione Biden dovrebbe occuparsene, e non penso che sia nel suo interesse che Julian venga processato durante un periodo elettorale.
La questione dell’estradizione è un’eredità dell’era Trump, e rappresenta una minaccia per la democrazia e la stampa.
La cosa intelligente da fare per Biden sarebbe semplicemente fermare questo processo”.

Nonostante ciò, il Dipartimento di Giustizia degli USA sembra irremovibile, e convinto nel proseguire la sua persecuzione verso il fondatore di WikiLeaks.
Infatti, come racconta il giornalista inglese James Ball in un articolo pubblicato da Rolling Stone, l’FBI e il Dipartimento starebbe facendo pressione su alcuni giornalisti e attivisti che, in passato, avevano mosso critiche verso le presunte lacune etiche di WikiLeaks e Assange, perché facciano da testimoni durante il processo contro di lui.
Si tratta, in particolare, dell’ex redattore del Guardian David Leigh, l’attivista per la trasparenza Heather Brooke e lo scrittore (aspirante biografo di Assange) Andrew O’Hagan”.
I tre sono stati contattati dalla polizia inglese per conto dell’FBI, con la richiesta di “fornire una testimonianza volontaria per l’accusa contro Assange“. Inoltre, avrebbero cercato di convincerli con atteggiamenti descritti come “quasi aggressivamente amichevoli e passivi” e con minacce non troppo velate.

Nonostante le pressioni, Ball, Leigh, Brooke e O’Hagan hanno rifiutato di prendere parte al processo.
O’Hagan, in più, ha condannato la cooperazione della polizia del Regno Unito con l’FBI, definendola una “vergogna“.
Come spiega James Ball nel suo articolo, gli USA hanno bisogno di testimoni per rafforzare il loro caso contro il fondatore di WikiLeaks. Questo, infatti, si è indebolito con l’intervento di tutte le organizzazioni internazionali per i diritti umani e per la stampa, i giornalisti, e i numerosi leader politici nel mondo che hanno riconosciuto il pericolo rappresentato dal processo contro Assange.

“Se Biden vuole che il suo DOJ ribalti la decisione del DOJ di Obama di non perseguire Assange nel 2010, allora dovrebbe almeno dare una spiegazione. Dovrebbe spiegare il motivo per cui varrebbe la pena portare avanti questo caso, nonostante l’effetto raggelante che sta avendo sul giornalismo.
Allo stato attuale, il DOJ di Biden sta minacciando il Primo Emendamento, anche se afferma di opporsi a una Corte Suprema che sta minacciando molti altri diritti.
L’ipocrisia non dovrebbe reggere”.

Intanto, in attesa del cosiddetto “giorno X“, la campagna Don’t Extradite Assange ha diffuso una comunicazione a tutti i supporters, perché siano pronti a protestare e manifestare contro l’estradizione.

Preparatevi a protestare!
Julian Assange sta affrontando la sua ultima possibilità di fermare l’estradizione in un tribunale del Regno Unito. Non abbiamo ancora una data ma dobbiamo essere pronti…
Luogo: Royal Courts of Justice, Strand, London, WC2A 2LL
Orario: 9am
Data: Iscriviti qui per ricevere le notifiche!

Giulia Calvani

Lascia un commento

Torna in alto